Lesioni cutanee croniche: emergenza sanitaria e sociale. Porte aperte il 6 e il 7 novembre all’ Ospedale di Melfi per l’ UlcerDays

04/11/2009

Sarà costituito un team multispecialistico ed un ambulatorio dedicati al trattamento delle lesioni cutanee croniche.

L’iniziativa, realizzata dall’Asp di Potenza, è inserita nell’ambito della seconda edizione delle Giornate Nazionali per la prevenzione e informazione,diagnosi e cura delle ulcere cutanee, promossa dall’ AIUC (Associazione Italiana Ulcere Cutanee) in collaborazione con A.S.B.I. (Associazione Spina Bifida Italia).”Abbiamo aderito volentieri all’ UlcerDays-- sottolinea Pasquale Amendola, Direttore Generale Asp- In questa occasione nel sottolineare la rilevanza sanitaria e sociale che le lesioni cutanee croniche hanno per le nostre comunità, intendiamo dare informazione della prossima costituzione nell’ASPdi un team multispecialistico e di un ambulatorio dedicati al trattamento delle lesioni cutanee croniche” Esperti del settore incontreranno i cittadini all’ingresso del Piano terra dell’Ospedale di Melfi (in prossimità della statua di Padre Pio) per fornire informazioni e indirizzare, eventualmente, verso i servizi competenti (U.O. delle Cure Palliative dell’ospedale di Melfi). L’obiettivo primario di UlcerDays® è quello di lanciare l’allarme sulla totale mancanza a livello nazionale di una rete di centri territoriali ed ospedalieri dedicati, in grado di curare le ulcere cutanee. “Esiste una forte domanda di prestazione a livello di medicina di base. Sono 2 milioni e mezzo i pazienti che si rivolgono al proprio medico perchè affetti da ulcere cutanee. Di questa enorme massa di persone non si trova traccia nell’analisi dei flussi informativi del nostro SSN. Perché non esiste nel nostro Paese una rete organica di strutture sanitarie territoriali ed ospedaliere dedicate al trattamento delle ulcere cutanee”.- afferma Francesco Petrella, Coordinatore Nazionale di UlcerDays® e Responsabile del Centro Territoriale per il trattamento delle Ulcere Cutanee-ASL Napoli 1-La cura delle ferite difficili è uno dei pochi, o unico settore della medicina, dove l’alto livello scientifico raggiunto sulle conoscenze dei processi di riparazione tessutale, di fatto, non è a disposizione di tutti i malati. La prima edizione della manifestazione, infatti, . conclude Petrella - ha evidenziato carenze strutturali drammatiche: il 53.2% dei pazienti impiega 6 mesi prima di incontrare una struttura sanitaria, che si occupi in qualche modo di questa patologia. La maggior parte delle ASL non ha strutture sanitarie dedicate alla loro cura, nonostante questa rappresenti una importante componente della spesa del SSN”. Dei due milioni di italiani che soffrono di queste patologie, 30.000 sono bambini; il 50% in maniera invalidante; ¾ dei malati non possono permettersi le cure perché troppo care. In Basilicata i dati epidemiologici sulle ulcere cutanee sono in linea con i dati nazionali. “L’impatto sociale delle patologie ulcerative è molto alto- sottolinea Gianvito Corona, Coordinatore Regionale dell’ AIUC, In uno studio pubblicato recentemente, inerente il ruolo della famiglia nella gestione del paziente con lesioni da decubito in ambiente domiciliare, nel 60% dei casi il sostegno è assicurato da tutto il nucleo famigliare, con conseguente impoverimento dello stesso”. Al riguardo va evidenziato che le spese sostenute per la cura ammontano a circa 300 Euro al mese e che non viene rimborsato dal SSN il costo delle medicazioni avanzate, presidi fondamentali per la cura delle ulcere cutanee. La cura delle ferite difficili è una delle prestazioni sanitarie più costose in assoluto. Oltre 1 miliardo di Euro gravano sul SSN ogni anno e rappresentano il solo costo ospedaliero al quale vanno sommati i costi indiretti, pari a 460 mila giornate lavorative perse dai malati e dai loro famigliari. Queste patologie sono al 14° posto tra le 50 motivazioni più comunemente adottate per l’assenza temporanea dal lavoro e al 32° posto come causa di disabilità permanente.

A cura dell'Ufficio Stampa - Ambito Territoriale di Venosa - Dott. Giuseppe Orlando

Foto: Ospedale di Melfi (Foto: G.Orlando)



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