Ser.T. di Potenza, "mese della prevenzione alcologica". lettera di un alcolista

23/04/2010

Sono un alcolista. Questa è una lettera aperta a chi ha problemi con l’alcol...

Racconterò la mia esperienza senza la pretesa di fare morale o, peggio ancora, di insegnare attraverso la mia esperienza ad uscire fuori dal problema alcol da soli. Quando siamo nel problema si manifesta in noi una capacità straordinaria di recitare, forse meglio di attori professionisti, e questo ci porta a giustificare ogni nostra mossa agli altri; ci sentiamo spigliati e magari prodighi di consigli genuini e buoni, ma solo per gli altri, dimenticandoci di noi stessi. Qui incomincia il dramma che pian piano coinvolgerà chi ti ama, chi ti è amico, perché sei tu stesso che ti isoli, ed entra in ballo il peggior nemico che possa esistere nel problema “ la solitudine”. Ad un certo punto hai toccato il fondo, ti senti inutile a te stesso e agli altri, incominci a provare sentimenti di paura e soprattutto vergogna (soprattutto per chi vive in piccole comunità), ma dentro di te si annida un altro nemico non meno pericoloso “ l’orgoglio”, quello di non poter più comunicare e riaffiora il passato, quello che eri e vorresti essere di nuovo ma ti manca il coraggio, il vero coraggio di accettarti alcolista e chiedere aiuto. Attenzione caro alcolista, se la cosa ti può far piacere, accanto a te ci siamo tutte le categorie di persone, mai come questo problema coinvolge tutti i ceti sociali, ricchi, poveri, Re, Marchesi,duchi insomma chi ne vuole ne metta. I motivi per cui si incomincia sono i più disparati, si incomincia per puro piacere, chi perché lo fanno gli altri e quindi per sentirsi appartenenti al gruppo, chi per vincere la propria timidezza o asocialità e l’alcol aiuta molto e sono in tanti ( l’alcol disinibisce ), chi per una delusione amorosa (come il sottoscritto ) chi per un lutto grave, ecc. tutti motivi che sembrano giustificare il tuo stato. Da questo momento in poi siamo alcolisti, tutti eguali nel percorso, pensiamo solo come procurarci da bere, e incominciamo a soffrire anche fisicamente, tremori alle mani, le gambe che non funzionano, la memoria che ti fa dimenticare le cose immediate da fare e tante altre patologie. Un altro punto che ci accomuna è che uscirne non è semplice, è durissima, inutile illudersi di farcela da soli, è il caso di dire uno su un milione ce la fa. A me è successo che un angelo di nome e di fatto, mia sorella, insieme a mio cognato, con gentilezza e pugno forte, si sono imposti, chiedendomi anche il mio consenso, (io non camminavo più, non riuscivo a tenere la penna in mano la stessa che adesso sto scrivendo ) ovviamente ho detto si, perché ero cosciente del bene che mi volevano, e anche che più in basso di così avrei trovato il petrolio con le mie mani e si sarebbero sporcate ancora di più. Qui si incomincia “il percorso”, la prima pietra di un “ MOSAICO “ di persone che ti aiutano sia fisicamente che psicologicamente, quindi la prima pietra mia sorella e mio cognato Poi l’incontro con persone di alta professionalità (reparto ospedaliero, Ser.T., CRA di Chiaromonte) che ti aiutano a cercare la via più idonea a te, a consigliarti e soprattutto ad ascoltarti e quando parlano, parlano sempre in termini propositivi, pensando solo a chi gli sta d’avanti. Il mosaico andando avanti si arricchisce sempre di più di professionalità che ognuno dal suo osservatorio ti aiuta fino ad arrivare al gruppo di auto-mutuo aiuto, dove c’è l’incontro con persone che hanno il tuo stesso problema, e quindi sono le persone che capisci e che ti possono capire. A volte serve passare per un Centro di Alcologia, dove si deve partecipare alle “comunità”: ci si mette tutti in circolo come i cavalieri della tavola rotonda e ci si raccontano le proprie esperienze e i motivi per cui si è cascati . Le ricadute nell’alcol sono dietro l’angolo, ed è questo che dobbiamo evitare come è capitato a me, come? Ascoltando i consigli del mosaico che ci dice di frequentare gruppi di auto-aiuto come Alcolisti Anonimi,Club Alcolisti in Trattamento, o altre associazioni che seppure con metodi diversi si sono prefissi di sconfiggere quel dannato “ primo bicchiere “ che può farti ricascare. Quindi è lo stesso mosaico che ti avvisa ed è sempre pronto a darti aiuto, supporto ogni volta che lo chiederai. Quindi quello che ti auguro caro lettore è lasciarti trascinare da quel mosaico, da quel momento magico che vince la resistenza alla paura, alla vergogna a farti aiutare. Ciao amico alcolista ti ricordo che se questa lettera ti aiuterà a salvarti, mi sono salvato un’altra volta anch’io (che gioia) questo vale anche per quell’umile e silenzioso mosaico, che lavora e continuerà a lavorare spero con nuove forze compreso me o meglio noi in quelle oasi che ho raccontato.



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