Il sistema delle cure domiciliari per la presa in carico dei bisogni complessi sanitari e sociali
L'integrazione socio-sanitaria, ovvero il coordinamento tra interventi di natura sanitaria e interventi di natura sociale, volto al superamento di servizi settoriali. Il modello "Venosa"
Il focus del lavoro curato da Gianvito Corona e Antonella d'Adamo (U.O. Cure Domiciliari di Venosa) analizza lo sviluppo del sistema integrato di interventi e servizi sanitari e socio-sanitari con l'obiettivo di presentare i percorsi e gli strumenti integrati socio-sanitari avviati in Italia e descrivere e analizzare il modello di cure domiciliari adottato in un caso regionale, quello della Regione Basilicata, e in un caso aziendale, quello dell'Area Nord della Regione, ripercorrendo le tappe fondamentali del processo di integrazione socio-sanitario e cercando di evidenziare le criticità in chiave propositiva.
La struttura dei servizi socio–sanitari sul territorio - si legge nello studio - deve assumere un’organizzazione a rete: deve, cioè, essere composta da un’insieme di servizi di natura diversa, attivati per rispondere ai diversi bisogni assistenziali dell’utente, legati da obiettivi, modalità di azione, strumenti e metodi di verifica comuni. La regione è il livello istituzionale deputato a definire gli obiettivi strategici generali della rete integrata, programma le attività erogabili sul territorio ed è responsabile della gestione economico–finanziaria del sistema integrato, provvedendo agli eventuali trasferimenti economici tra livelli istituzionali di governo. L’Azienda sanitaria locale, che acquisisce sempre più una connotazione e dimensione provinciale - evidenziano gli autori - è responsabile dell’erogazione delle prestazioni e della progettazione degli interventi individuali.
I Comuni sono responsabili della complessiva attività di coordinamento della rete e dell’erogazione delle prestazioni assistenziali. A livello territoriale, i servizi e le prestazioni che possono essere attivate per raggiungere il risultato di salute dell’utente, come si è ampiamente argomentato, sono: l’Assistenza Domiciliare, assistenza riabilitativa ed infermieristica ed accesso a domicilio del medico di Medicina Generale; l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) intesa come l’insieme coordinato di attività e interventi di carattere sanitario e socio–assistenziale, finalizzate a mantenere l’utente il più a lungo possibile all’interno del proprio ambiente di vita, con una migliore qualità della stessa e a costi assistenziali contenuti. La rete dei servizi socio–sanitari integrati prevede, inoltre, le strutture semiresidenziali che accolgono per periodi definiti persone non autosufficienti e le strutture residenziali, finalizzate a fornire accoglimento, prestazioni sanitarie, assistenziali e di recupero funzionale a persone non autosufficienti. La continuità assistenziale deve essere garantita mediante l’integrazione con i servizi ospedalieri e quelli socio–assistenziali e con il coinvolgimento costante delle famiglie attraverso la loro preparazione.
Le caratteristiche più importanti degli interventi che in questa ottica un Servizio di Cure Domiciliari deve realizzare sono la tempestività e l’efficacia, con una particolare attenzione all’umanizzazione dell’assistenza prestata, all’ottimizzazione delle risorse con il monitoraggio costante dei risultati conseguiti, all’armonizzazione dei processi di erogazione dei servizi. Ciò è possibile grazie ad una forte sinergia fra ospedale e territorio e consente di ottenere risultati significativi in termini di riduzione dei ricoveri, con particolare riferimento a quelli inappropriati, riduzione delle giornate di degenza ospedaliera, maggiore permanenza a domicilio dei pazienti non autosufficienti e inguaribili, con una risposta adeguata ai bisogni di cura, una crescente soddisfazione degli assistiti e dei loro familiari e minori costi per il sistema sanitario.