Il rapporto 2008-2009 "dalle informazioni alle decisioni sul Sistema Sanitario Regionale

22/02/2010

Nel percorso di miglioramento del sistema sanitario regionale, che vede come pilastri la nuova architrave istituzionale e il redigendo nuovo piano sanitario...

la conoscenza della realtà lucana diventa una necessaria premessa metodologica. In questa direzione, il Dipartimento ha lavorato sodo in questi due anni per affinare il lavoro di osservazione della realtà, attraverso il potenziamento di uno strumento essenziale qual è l’Osservatorio Epidemiologico Regionale. Il risultato di questo sforzo organizzativo è la Relazione sullo stato di salute della popolazione lucana al 31 dicembre 2008. Come dire una fotografia recente, attuale, non datata di tutto quanto succede nelle dinamiche demografiche, nelle problematiche sociali e sanitarie e nella conseguente erogazione dei servizi. Tanto a sostegno del compito, non facoltativo, di tutti coloro che hanno pubbliche responsabilità, sia a livello centrale che a livello locale, riguardo alle scelte programmatiche attuali e future di tutela del benessere psico-fisico e sociale dei cittadini, che possano tradursi in azioni tra le più appropriate ed efficaci. Si tratta di un lavoro d’insieme, che comprende due volumi, di cui il primo descrive – commenta i dati ed espone quelli più utili a comprenderne il testo ed il secondo li espone tutti a corredo del rapporto, ove le sezioni costituenti evidenziano le diverse tendenze regionali nell’ambito del più ampio contesto nazionale. Il volume che descrive e commenta i dati, il rapporto, è suddiviso in quattro capitoli principali (profilo socio-demografico; stato di salute; offerta di servizi e spesa sanitaria regionale). Il capitolo dedicato al profilo-socio demografico della Basilicata rappresenta gli indicatori ed i trend riferiti alla popolazione residente, alla natalità, alla mortalità, alla crescita naturale, al movimento migratorio, alla crescita totale…

La parte che riguarda lo stato di salute della popolazione regionale analizza, e confronta, la sopravvivenza media, la salute percepita ossia la stima che ciascun cittadino ha del proprio stato di salute, gli stili di vita, la mortalità generale e per grandi gruppi di cause, la morbosità per malattie infettive e diffusive, malattie cardio-vascolari, tumori etc. Il capitolo dedicato al sistema sanitario regionale rappresenta a sua volta gli aspetti relativi al personale, all’assistenza territoriale e ospedaliera, caratteristiche organizzative ed attività e tra le informazioni più significative lo sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata nel corso degli anni, l’andamento positivo dell’indice di attrazione (che quantifica la capacità di una regione di attirare pazienti da altre regioni) ed il contenimento, lento, ma deciso, della migrazione sanitaria. L’ultima parte sintetizza infine i dati di spesa sanitaria. Ma nel rapporto ci sono anche paragrafi di sempre maggiore attualità, quali i paragrafi dedicati all’ambiente e alle categorie sociali deboli, offrendo gli spunti necessari ad interventi di qualificazione dei contesti in cui si vive e di interesse verso le fasce di popolazione definite fragili o socialmente deboli. Ne emerge in primis l’invecchiamento progressivo della popolazione regionale.

Difatti l’indice di vecchiaia, che rappresenta il rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione di 0-14 anni, è pari a 144 (144 anziani per 100 unità di popolazione di 0-14 anni) vs Mezzogiorno 112 vs Italia 143. Tendenza di cui ci si dovrà fare carico sempre di più dato che il sistema sanitario e sociale dovrà sviluppare un’offerta di servizi adeguata e facilmente fruibile in funzione dell’incremento delle malattie cronico - degenerative e delle disabilità legate all’età. Per la Basilicata emerge inoltre una crescita demografica totale negativa (1° gennaio 2008: -0,6 per 1.000; 1° gennaio 2009: - 1,5 per 1.000), che si spiega in particolare con la costante denatalità (che esprime al 2007-2008 un tasso di 8,2-8,3 per 1.000 vs Italia 9,6), ma anche con l’emigrazione, che ha caratterizzato molto negativamente il periodo 2003-2006 ed ha presentato un’apparente ripresa in positivo (contrazione) tra il 2007 ed il 2008, stante comunque la più recente perdita di altre 1.102 unità di popolazione dal mese di gennaio al mese di agosto 2009, da analizzarsi a breve nelle sue componenti.

Sta di fatto che ad oggi 92 comuni su 131 della Basilicata registrano in totale valori negativi di crescita demografica, la città di Potenza una crescita tendenzialmente negativa (-3,5 per 1.000), la città di Matera una crescita positiva (+7,2 per 1.000) e la provincia di Potenza il maggior numero di comuni a rischio di spopolamento. Rimanendo ancora in tema di profilo demografico e socio-economico il rapporto evidenzia altresì: - un calo delle nascite che condiziona ovviamente l’indicatore relativo al numero medio di figli per donna in età fertile (Basilicata: 1,2; Italia: 1,4) che, al pari del dato nazionale, resta al disotto del tasso di sostituzione (2,1) ritenuto sufficiente per rimpiazzare la coppia genitrice nella generazione successiva; - la solidità della famiglia lucana che si presenta in controtendenza rispetto alle pressioni di disgregazione in termini di separazioni e divorzi, sulla base dei dati ufficiali disponibili; - un numero di famiglie povere in aumento come nel resto del Paese, ma percentualmente superiore rispetto alla media nazionale (2007: Basilicata 26,3; Italia 11,1 – 2008: Basilicata: 28,8; Italia: 11,3); - un tasso di disoccupazione pari complessivamente all’11% (contro il 12% del Mezzogiorno ed il 6,7% del resto del Paese al 2008) con un trend in calo significativo rispetto alla metà degli anni ’90 sia tra gli uomini che tra le donne pur se sia il tasso di disoccupazione femminile che il tasso di disoccupazione giovanile evidenziano un importante divario a confronto con i dati nazionali; - il PIL pro-capite in crescita costante dal 2000, pur tuttavia in misura inferiore all’andamento medio della Nazione. Aumenta in Basilicata, come in tutt’Italia, la speranza di vita alla nascita, che al 2008 si allinea ai valori della media nazionale di 78,8 anni per gli uomini ed 84,1 anni per le donne, superando per il sesso maschile i valori registrati in Sardegna, Piemonte – Valle d’Aosta, Sicilia, Friuli, Liguria e Campania e per le donne quelli di Friuli, Lazio, Piemonte – Valle d’Aosta, Liguria, Sicilia e Campania. Per quanto riguarda gli stili di vita risulta in sostanza il limitato consumo giornaliero di frutta e verdure e la maggiore sedentarietà tra la popolazione regionale, il 69,1% dei lucani consuma giornalmente da 2 a 4 porzioni di frutta e verdure (in Italia il 77,1%) e solo il 2,3% (in Italia il 5,6%) ne consuma giornalmente 5 porzioni e più (ossia le porzioni raccomandate a fini di benessere nutrizionale); inoltre il 45,8% dei lucani non ha mai praticato uno sport o un’attività fisica (il 40,2% in Italia) ciò che contribuisce senz’altro al dato regionale (%) di bambini ed adulti obesi superiore alle corrispondenti medie italiane (Bambini obesi – Basilicata 13,4%; Italia 12,3% - Adulti obesi: Basilicata: 12,6%; Italia: 9,9%).

Altra criticità della Basilicata, comune purtroppo a quanto si osserva in tutt’Italia, è la diffusione di comportamenti a rischio (per fumo di sigaretta; per uso/abuso di bevande alcoliche; per uso di sostanze illegali) tra gli adolescenti. Riguardo infine ai classici indicatori di salute (mortalità e morbosità) il rapporto registra l’aumento negli anni – come nel resto del Paese – della mortalità generale per tutte le cause (dati Istat 2007), ove le malattie del sistema circolatorio ed i tumori rappresentano la prima e la seconda causa di decesso. Sulla base degli stessi dati Istat 2007, il tasso standardizzato di mortalità per tutte le cause per 10.000 residenti risulta pari in Basilicata a 87,63 (vs 88,18 Italia); la mortalità regionale per malattie del sistema circolatorio superiore alla media nazionale (Basilicata: 36,56; Italia: 33,93), quella per tumori – tutti inferiore (Basilicata: 22,61; Italia: 27,29). Basilicata che registra ancora (dati Istat 2007) una maggiore mortalità per diabete mellito e per malattie non tumorali dell’apparato respiratorio e dell’apparato digerente ma una minore mortalità per malattie non tumorali del sistema nervoso e per cause accidentali e violente. Buono l’andamento regionale della mortalità infantile (morti a meno di un anno di vita per 1.000 nati vivi) che dai valori più alti degli anni 1990-1992 (Media Basilicata: 10,00; Media Italia: 8,00) va allineandosi alla media nazionale (Basilicata: 3,44; Italia: 3,43). Aumentano in Basilicata le cronicità. Peraltro il più recente dato a disposizione al 2009 documenta l’ulteriore aumento della % di diabetici (Basilicata: 7,2%; Italia: 5,5%); l’aumento dei cardiopatici (Basilicata: 5,0%; Italia: 3,4%); l’aumento delle persone affette da bronco pneumopatie croniche (Basilicata: 9,0%; Italia: 6,7%) …

Aumentano, così come atteso, le malattie tumorali che nelle proiezioni 2010 indicano un tasso standardizzato d’incidenza – numero di nuovi casi/anno - per 100.000 residenti in ascesa e superiore alla media nazionale nel sesso maschile (Basilicata: 333; Italia 327), in ascesa anche nel sesso femminile ma persistentemente inferiore alla media nazionale in termini di valori puntuali (Basilicata: 239; Italia: 275) Atteso che al 2008 (stime – fonte “tumori in Italia”) risultano prevalenze ed incidenze - tumori maligni ancora inferiori ai corrispondenti dati italiani in entrambi i sessi, pur se con una mortalità maschile, e solo maschile, superiore al corrispondente riferimento nazionale. D’altra parte lo stesso registro Tumori della Basilicata, in programma d’implementazione, sulla base dei dati sin qui elaborati ed analizzati riporta incrementi attesi dell’incidenza delle patologie tumorali in Basilicata, in linea con quelli previsti da studi di trend nazionali ed internazionali, evidenziando l’importanza di investire – incidere sulla modifica di abitudini di vita favorenti, dato che le cattive abitudini possono essere alla base di un buon 45% di tutte le neoplasie. Cosa dire ancora sui dati riferiti al sistema sanitario regionale? Si tratta di un sistema, come è noto in fase di riordino e riorganizzazione in atto, che ben sostiene i livelli essenziali di assistenza, che sta lavorando per favorire l’assistenza territoriale, là dove l’assistenza domiciliare integrata (che costituisce una prestazione primaria in una società come quella italiana e nella fattispecie lucana, in cui il processo d’invecchiamento della popolazione è molto evidente, che assicura al domicilio dell’assistito prestazioni di medicina generale, visite specialistiche, attività infermieristiche e di riabilitazione…), è in positivo incremento, l’indice di attrazione ossia la capacità di attirare pazienti da altre regioni mostra un trend positivo, la migrazione sanitaria risulta in riduzione e la spesa sanitaria tendenzialmente in ascesa, quindi da ottimizzare.

Fin qui il dato essenziale di ricerca, i cui indicatori di salute esprimono la necessità di implementare – potenziare le attività di prevenzione primaria per la promozione di corretti stili di vita e le attività di prevenzione secondaria in termini di diagnosi precoce e di ulteriore qualificazione dell’assistenza. Oltre che la necessità di indirizzare le scelte strategiche verso il bisogno-la domanda di salute di una popolazione che invecchia, di una popolazione di giovanissimi in cui si stanno diffondendo sempre di più i cosiddetti comportamenti a rischio e verso tutte le altre “fragilità” (famiglie povere, portatori di handicap, minori in difficoltà, giovani con incerta collocazione lavorativa, anziani soli etc.), essendo ormai riconosciuto dalla letteratura di settore la relazione tra i determinanti di salute e gli indicatori di svantaggio.

Invero l’Amministrazione Regionale – Dipartimento Salute sta già lavorando in tal senso (avendo tra l’altro considerato le informazioni sostanziali del rapporto nel documento di piano in fase di discussione/condivisione) ed avendo già adottato specifici piani-programmi di prevenzione primaria in attuazione presso la sanità territoriale, per alcuni aspetti in collaborazione con le istituzioni scolastiche, al fine di promuovere le scelte di vita più salutari, avendo da tempo messo in campo tre screening oncologici e attuato scelte d’integrazione delle attività sanitarie con il fine di favorire i percorsi che consentono una gestione ottimale, anche in termini preventivi, delle patologie a maggiore impatto sanitario e sociale (es. piano regionale di prevenzione del rischio cardio-vascolare ed assistenza integrata ospedale - territorio della malattia diabetica). Tanto nell’auspicio di perseguire un impegno continuo verso l’applicazione di linee d’intervento a servizio della comunità, percorso già in itinere ed in programma di sviluppo.

Fonte: basilicatanet



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