A Venosa terza giornata nazionale AVO

25/10/2011

“Con una goccia di amore tutto può cambiare”

Con questo slogan è stata celebrata a Venosa la Terza Giornata Nazionale Avo. Nell’Auditorium dell’Ospedale “San Francesco” di Venosa volontari, operatori della sanità e amministratori si sono confrontati su temi e problemi che riguardano il mondo del volontariato. Nel corso dei lavori del convegno, organizzato dall’Avo di Venosa, è stata delineata l’identità dei volontari Avo e sono stati illustrati obiettivi e strategie di intervento dell’ associazione. “E' ormai familiare nelle corsie del nostro ospedale la figura dei volontari A.V.O. riconoscibile per la divisa bianco-verde- ha evidenziato la neo-presidente della sez.Avo di Venosa, Carmela Cammarota- si tratta di persone comuni che semplicemente hanno deciso di dedicare gratuitamente parte del loro tempo al servizio degli ammalati ricoverati nelle strutture sanitarie.

La presenza del volontario é di tipo familiare e non infermieristica: offre il suo sorriso, il suo sguardo, la sua mano, la sua amicizia, una semplice parola a chi si trova solo ed é in difficoltà”. E’ da venti anni, infatti, che l’Avo opera all’interno dell’ospedale di Venosa. In tutto questo periodo sono transitati per l’associazione tra i 300 e i 400 volontari, che hanno offerto ai ricoverati una terapia che non ha effetti collaterali: ascolto, colloquio, sostegno. E per far parte dell’associazione, gli aspiranti frequentano uno specifico corso di formazione, effettuano un tirocinio in ospedale affiancati da un altro volontario, si impegnano a garantire una presenza costante di due ore settimanali. Piccole cose che aiutano il cambiamento “ Quando venti anni fa abbiamo fondato la sezione Avo di Venosa volevamo umanizzare non solo la struttura ospedaliera ma anche il rapporto medico-paziente- ha sottolineato Giuseppe Grieco, fondatore dell’Avo a Venosa- Grazie a questa azione continuativa, il cittadino-utente, momentaneamente ricoverato in ospedale dispone di un volontariato che, con spirito di servizio, esprime solidarietà concreta a chi soffre e vive situazione di disagio”. Per aprire le porte a nuovi ingressi nell’associazione, l’Avo di Venosa ha predisposto un progetto che si rivolge soprattutto ai giovani e prevede una indagine conoscitiva da utilizzare per l’elaborazione di successive iniziative mirate. Hanno partecipato ai lavori, anche il Presidente Avo di Melfi, Ferdinando Lagatta, il presidente Avo di Rionero, Raffaella De Nicola, il presidente di “Villa S.Antonio” Guido Calandrelli.

La volontà dell’Asp di realizzare una rete di collaborazioni con tutte le risorse del territorio è stata evidenziata dalla Responsabile Urp, Nicolanglea marangelli: “Attraverso l’Avo – ha sostenuto la dott.ssa Marangelli.la nostra azienda accarezza i dolori dei cittadini utenti e da risposte alla loro sofferenze”. L’incontro ha fornito l’occasione al Sindaco di Venosa, Bruno Tamburriello, per farsi portavoce delle ansie della comunità locale, preoccupata delle sorti dell’ospedale S.Francesco “Saremmo soddisfatti se il nuovo Piano Sanitario conservasse a Venosa le due eccellenze: oculistica e otorino- ha anticipato Tamburriello-Porremo il problema all’Assessore regionale alla Sanità, che lunedì 31 parteciperà alla seduta di consiglio comunale, dedicata ai problemi del futuro dell’ospedale S.Francesco”.Nel corso della serata si è esibito il Gruppo da camera “L.Tansillo”, diretto dal prof.Pino Lioy.


IL RESPONSABILE UFFICIO STAMPA Dr. Giuseppe ORLANDO



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