Precisazioni dell'ASP di Potenza in merito allo studio "Italia Longeva"

24/07/2018

In merito ad alcuni articoli di stampa ove vengono riportati dati relativi allo studio “Italia Longeva”, e per darne giusta comunicazione ai cittadini l’ASP ritiene opportuno fare alcune precisazioni. Leggi tutto

"il rapporto di Italia longeva è il frutto di un processo di benchmarking al quale l’ASP di Potenza ha aderito per evidenziare le proprie criticità e ottimizzare le proprie performance a partire dall’anno 2016, considerato dalla Direzione Strategica, “l’anno 0” del processo di omogeneizzazione delle Cure Domiciliari.

In merito a quanto sopra descritto, nel sottolineare una rilevante criticità rappresentata da un flusso dati ministeriale nel quale il numero rilevato dei pazienti assistiti è risultato nettamente inferiore rispetto al dato reale, la situazione nella nostra Azienda è la seguente: in primo luogo, il trend dell’offerta di cure domiciliari agli anziani è in costante crescita.

Infatti, nel 2016 i pazienti > a 65 anni sono stati 3.252 (fonte modello fls21), pari al 3,90% degli over 65 residenti nello stesso anno, mentre nel 2017 i pazienti > a 65 in carico sono stati 4.617 (fonte modello fls21), pari al 5,53% degli over 65 residenti.

Non possiamo quindi parlare di un privilegio per pochi, godendone appunto quasi il 6% della popolazione over 65 residente. In merito agli accessi in un anno per ogni paziente i dati da noi elaborati parlano di una media accessi/pazienti nel 2016 di 49,14 e di 56,83 nel 2017.

In riferimento al dato riportato di un CIA di 0,29, che farebbe presupporre una relativa bassa intensità assistenziale, si precisa che, secondo i nostri calcoli elaborati sulla tabella pubblicata, il CIA medio in Basilicata è 0,31, di gran lunga più alto rispetto ad altre regioni come il Piemonte (0,22), il Lazio (0,27), la Calabria (0,26), la Lombardia (0,23). Relativamente al costo medio annuo sostenuto per la singola presa in carico, gli articoli riportano un “record di spesa” per l’ASP di Potenza di oltre mille euro rispetto ad altre realtà ove invece il costo sembra (apparentemente) dimezzato.

A tale proposito si fa rilevare che nel 2016 detto costo è stato di € 1.156,76, ma si è ridotto a € 1.075,34 nel 2017. Tale ultimo dato può apparire icti oculi elevato se rapportato ai costi di altre ASL riportati dalla stampa. L’ASP sottolinea a riguardo che le Cure Domiciliari sono omnicomprensive di tutte le spese di cui l’assistito necessita e che le medesime afferiscono nel budget aziendale in un centro di costo unico. Per cui in questo centro di costo (medio sostenuto per il paziente) confluiscono i costi sostenuti per le cure palliative (costituite da prestazioni professionali di tipo medico, infermieristico, riabilitativo, psicologico, fornitura di farmaci e di dispositivi medici), le spese per i preparati per la nutrizione artificiale (NAD), le spese per aiuto infermieristico (OSS), le spese per gli oppiacei, ecc.

Nello studio non appare sufficientemente chiaro se si sia adottato lo stesso criterio nel riportare i costi per la singola presa in carico. Per cui, per esempio, i 543 euro di Sondrio potrebbero far riferimento semplicemente ad una quota o ad una parte delle prestazioni che vengono erogate al paziente e non alla onnicomprensività sopra riportato. Si è d’accordo con la constatazione che le nuove malattie cronico degenerative meritino adeguate e pronte risposte: a tal riguardo si ritiene opportuno precisare che la calibrazione di interventi mirati a fronteggiare tali patologie (tra l’altro in incremento esponenziale) è già in atto attraverso la messa a punto di specifici PDTA incardinati ai processi di teleassistenza di cui la Regione si sta adeguatamente attrezzando.

Appare opportuno rilevare che allo stato attuale permane la già citata criticità legata ai flussi ministeriali non completamente soddisfatti dal software in uso. Si è convinti che il cambio del sistema inter RAI e del software annesso, oltre a dare un significativo salto di qualità relativo alla valutazione e alla presa in carico dell’ammalato, risolva definitivamente la criticità prima evidenziata. Ultima annotazione: le tabelle riportate negli articoli mettono in evidenza dati di attività riferiti anche ad anni antecedenti il 2016.

A tal riguardo, si comunica che l’ASP di Potenza nel 2014 si è sottoposta ad un altro processo di benchmarking a cura “dell’Osservatorio delle buone pratiche nelle Cure Palliative” dell’Agenas, ottenendo un’ottima performance poiché ha raggiunto 13 dei 14 obiettivi di qualità previsti, come riportato nella tabella trasmessa dall’ “Osservatorio Buone Pratiche “ dell’ Agenas. Tale prestigioso risultato, oltre che rappresentare motivo di orgoglio per l’ASP e per tutta la Regione è la prova che l’implementazione della complessità clinica e gestionale nel rispetto dei canoni dell’appropriatezza sia la giusta strada per migliorare l’assistenza e la qualità di vita, soprattutto dei pazienti anziani.



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