Dopo 23 anni si torna a volare sul mare...
Ha raggiunto un alto livello di autonomia e di autostima il percorso di recupero, riabilitazione e socializzazione di un “paziente”.
Da 23 anni circa è stato preso in carico dai Servizi della Salute Mentale. Il taglio del traguardo è stato salutato con soddisfazione dagli operatori del DSM dell’Asp- ambito territoriale di Venosa, che hanno seguito passo passo l’evoluzione del progetto terapeutico, condividendone difficoltà e disagi,regressioni e progressi. Questa la storia, vissuta e descritta direttamente dagli operatori che hanno affiancato il paziente,( chiamato “Icaro” per ovvie ragioni di privacy):la dr.ssa Rosa Giannone,responsabile delle strutture riabilitative psichiatriche del DSM –Ambito Territoriale di Venosa; il dott.Michele Lopane,psichiatra, la dr.ssa Beatrice Curatella, assistente sociale, gli operatori della cooperativa “Il filo di Arianna”, che gestisce la casa-alloggio di Maschito.
Dr. Giuseppe ORLANDO-Responsabile Ufficio Stampa- Ambito Territoriale di Venosa
Icaro lasciò la città in una gelida mattinaa ridosso del Natale 1987
Fu “indispensabile” sottrargli le sue cose, i suoi affetti, la sua vita: era un malato di mente e fu chiuso in manicomio. Le ali di Icaro si erano inevitabilmente atrofizzate, bruciate dalla convinzione dell’incurabilità della malattia e dell’ineluttabilità di allontanarlo da casa. Lì, nella sua città di mare, da quel giorno, non è più tornato! Ma da qualche tempo Icaro è stato aiutato affinché le sue ali bruciate potessero dispiegarsi nuovamente a rincontrare il mare. Non un mare qualsiasi, ma il Suo mare!. Quel mare che lo ha visto ragazzo e poi universitario modello e laureato orgoglioso. Quel mare che non lo ha salvato dal precipitare disperato nel vortice angosciante delle Voci che ordinano tuo malgrado, delle Ombre che ti inseguono anche se stai chiuso al buio.Il mare! Con il suo mare si è finalmente rincontrato in una tiepida giornata della primavera 2010.Con esso ha rincontrato i suoi luoghi, i suoi colori. Ha nuovamente sentito gli odori della sua terra. Ha riabbracciato i familiari, non in un anonimo parlatoio o ufficio, ma davanti ad un gelato ai tavolini del bar del suo lungomare. Stiamo parlando di uno degli obiettivi del Progetto Riabilitativo di Icaro, progetto che tutti insieme abbiamo condotto e realizzato tra difficoltà, resistenze e imprevisti. Questo primo obiettivo ha permesso ad Icaro,dopo 22 anni di manicomio ed 1 di permanenza presso la casa-alloggio, di riaprirsi alle antiche ed originarie emozioni legate alla propria biografia di uomo “sano”e “funzionante”: di uomo “politicon”. Emozioni negate,schiacciate, annichilite dalla troppo prolungata deprivazione delle “radici”. Non è stato facile per Icaro rincontrare il suo mare.In questo ultimo anno ha dovuto fare i conti con gli antichi spettri e con le angosce. Ha capito che funesti e nefandi non erano e non sono i luoghi, non erano e non sono le persone che li abitano. Ha capito che le Voci e le Ombre sono dentro di lui e possono essere soggiogate e possono fare meno paura. Icaro ora ha iniziato a proiettare meno e ad esserci di più. Infatti, Icaro oggi sorride. Icaro oggi può ricordare e raccontare dell’uomo che è stato. Può ricordare e raccontare della sua città e del suo mare! Icaro oggi ha recuperato la parte “sana” della sua vita. Oggi con lui ci sono persone e professionisti che lo aiutano e lo e sostengono nel suo volo a ritroso in una vita che è stata anche piena e significante che può diventare presente… E’ necessario crederci, continuando a lavorare! Ce la faremo Icaro!